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Scarica SCUOLA D’OGGI il giornale della UIL Scuola dedicato alla manovra
Sopprimere le norme che penalizzano doppiamente i lavoratori della scuola – questa la richiesta ribadita dal segretario organizzativo della Uil Scuola, Pino Turi, nel corso del suo intervento alla manifestazione dei sindacati scuola a Roma, richiamando le proposte della Uil in sede di audizione al Senato.
Al blocco della contrattazione prevista per il lavoro pubblico – si legge nell’emendamento Uil alla manovra – si aggiunge il blocco degli scatti di anzianità previsti da contratti già certificati e si producono pesanti effetti sulle pensioni. Questa condizione di sperequazione è inaccettabile.
L’articolo va semplicemente soppresso – ha detto Pino Turi – e vanno evitati ‘pasticci legislativi’ prodotti dai ‘sacerdoti della norma’ nel chiuso dei loro uffici. La responsabilità delle scelte è della politica.
Sono misure che producono effetti ben oltre il triennio – ha fatto notare Pino Turi – e questo emerge chiaramente dalla nota tecnica allegata al decreto, che testualmente riporta: “Si determinerebbero nell’arco di 37 anni, a decorrere dall’anno 2011, economie di spesa conseguenti allo slittamento dei tre anni”. Le economie stimate sull’intero arco temporale risulterebbero pari a 18.720 milioni di euro fino al triennio 2048-2050.
In Germania – ha sottolineato Pino Turi – con una manovra quadriennale da 80 miliardi, nessun taglio per la scuola ma, al contrario, investimenti per 12 miliardi.
Angela Merkel presentando i dettagli della manovra ha definito istruzione e ricerca come “pilastri per la futura sostenibilità della nostra società”. “Dando i soldi all’istruzione – ha aggiunto – si aiuta questo paese”.
La manovra triennale del governo italiano – ha ribadito il segretario organizzativo della Uil Scuola – impone al personale della scuola un triplo balzello :
- blocco del contratto,
- blocco degli aumenti per anzianità,
- riduzione permanente della retribuzione con conseguenze sul trattamento pensionistico.
Per questo oggi la scuola protesta, per questo l’articolo va soppresso.